Cosimo Privato (1899-1971) è uno dei più validi ed originali pittori della “vecchia guardia” lagunare: quella che salì alla ribalta sul finire degli anni Venti. Ha sempre abitato a Venezia: si muoveva raramente dalla sua città. Fu il primo tra i suoi amici e coetanei (Novati, Mori, Seibezzi, Ravenna, Dalla Zorza, Bergamini, ecc) ad avere successo.
Nel 1926 venne accolto alla Biennale, dove espose successivamente ad ogni edizione fino al 1938.
Nel 1930 fu il più giovane espositore della Biennale; nel 1934 gli venne dedicata un’ampia parete con sette opere. Espose all’Opera Bevilacqua La Masa ogni anno dal 1920 al 1940.
Tra i Venti e Trenta fu assiduo alle mostre: basterà citare la Quadriennale a Roma nel 1935, la famosa Esposizione di Pittsburgh (USA) nel 1932, le mostre a Praga,Vienna,Varsavia, Atene e Sofia organizzate dalla Biennale, la prima Esposizione Internazionale a Fiume nel 1925; e inoltre l’internazionale delle Arti Decorative a Monza, la Permanente a Milano, le Biennali di Milano, le Regionali di Padova e Vicenza. Allestì la prima mostra personale alla galleria Celentano a Milano nel 1930; ne seguirono altre a Padova,Trieste, Bergamo, Verona e Venezia (galleria Sandri, 1941).
Quella di Milano (galleria Mediolanum, 1946) fu l’ultima sua personale importante. Altre ne seguirono, ma rade, nel dopoguerra, soprattutto a Trieste.
Sempre più visse ritirato, partecipando a qualche sporadica collettiva. Dopo la morte furono organizzati alcuni “omaggi” postumi, il primo dei quali nell’ottobre 1971 a Venezia alla galleria San Vidal.
Molte le opere eseguite su commissione da Privato, a cominciare dai cartoni per la decorazione a mosaico nella sala dei ricevimento al Palazzo Reale del Cairo. Ebbe contatti frequenti, sempre negli anni Venti e Trenta, ma anche successivamente, con mercanti nazionali e stranieri, che gli acquistavano le opere. Suoi quadri furono più volte premiati in Esposizioni ufficiali e acquistati.
Tra gli acquisti figurano quelli del Re alla Biennale dei 1932, dei Comune di Venezia e di altri enti alle mostre della Bevilacqua La Masa nel 1927-29-31-32, del Ministero della Pubblica Istruzione per la Galleria d’Arte Moderna di Roma, del Comune di Bari, della Banca d’Italia e della Cassa di Risparmio di Venezia, della Prefettura di Venezia. Di lui hanno scritto molti critici, da Ojetti a Damerini, da Nebbia a Pozzi, da Celentano a Passarella, da Perocco a Rizzi. Questa a Mestre è la prima retrospettiva a carattere antologico, oltre che l’occasione per la prima vera e propria pubblicazione, ai di là dei pochi dépliants e cataloghini che ci restano.
Paolo Rizzi